Sul web si sente molto parlare di Network Marketing, noto anche come Multi-level Marketing. Ma di cosa si tratta? E’ una strategia funzionale o distruttiva? Legale o illegale?
Un sistema piramidale
Il Multi-level o Network Marketing è una controversa strategia di marketing piramidale nella quale i venditori sono compensati non solo per le vendite effettuate direttamente, ma anche per quelle compiute da altri venditori da essi reclutati. In sostanza, tale strategia consente a chiunque di diventare un distributore e di creare una rete di distributori senza consistenti investimenti in denaro. Molti marketers individuano nel Network Marketing la strategia del futuro, sottolineandone l’aspetto collaborativo e, appunto, “di rete”. Ciò che viene sottovalutato dai sostenitori del Marketing Multilivello è proprio la sua organizzazione piramidale: non si parla di una vera e propria rete di collaborazioni “alla pari” (come nel caso dei guest post o di altre tipologie di collaborazioni tra blogger), ma di una gerarchia e come in qualsiasi schema gerarchico chi rischia di trovarsi nei guai è proprio chi si trova nei livelli più bassi della piramide. Ma esiste una differenza tra il buon Network Marketing e le truffe, andiamo a scoprire come distinguerle.
Il lato oscuro del Network Marketing
Girovagando per il web, si trovano molti articoli che descrivono il Network Marketing come il sacro Graal che consente di fare soldi facili e carriera senza raccomandazioni. Forse questo può essere valido per chi sta in cima alla piramide (solitamente un venditore esperto), ma non di certo per quelli che abboccano alla storia del lavorare da casa con uno stipendio fisso mensile. Solo in pochi casi il Network Marketing rappresenta una reale risorsa. Iscrivendomi a diversi gruppi locali di venditori, ho notato che più volte al giorno venivano pubblicati dei post del tipo:

Molti chiedono informazioni, ma le contrattazioni avvengono in privato. Cosa succede realmente dopo che hai abboccato? Semplice: ti offrono un “kit di vendita” in cambio di denaro (ovviamente) e diventi parte di un sistema nel quale tu vendi e per ogni vendita ottieni una piccola percentuale. E se non vendi? Chi ci va peggio sei solo tu: il venditore ha tanti altri “uccelletti” (per dirlo alla Varys) che guadagnano per lui, una “downline”.
Al limite della legalità
In Italia è vietato partecipare ai sistemi piramidali. Il divieto è espresso chiaramente nella legge 17 agosto 2005, n. 173, “Disciplina della vendita diretta a domicilio e tutela del consumatore dalle forme di vendita piramidali”. In particolare nell’articolo 5, comma 1:
“Sono vietate la promozione e la realizzazione di attività e di strutture di vendita nelle quali l’incentivo economico primario dei componenti la struttura si fonda sul mero reclutamento di nuovi soggetti piuttosto che sulla loro capacità di vendere o promuovere la vendita di beni o servizi determinati direttamente o attraverso altri componenti la struttura.”
e comma 2:
“È vietata, altresí, la promozione o l’organizzazione di tutte quelle operazioni, quali giochi, piani di sviluppo, “catene di Sant’Antonio”, che configurano la possibilità di guadagno attraverso il puro e semplice reclutamento di altre persone e in cui il diritto a reclutare si trasferisce all’infinito previo il pagamento di un corrispettivo”.
Tradotto in parole semplici significa che se vendi prodotti il sistema è legale, se non li vendi, no. Quindi, se tu fai entrare delle persone nella tua rete, senza vendergli nulla ma semplicemente chiedendo loro dei soldi, stai commettendo un reato. Bene, tutte le aziende che fanno network marketing giocano proprio su questo cavillo, perché loro non ti chiedono soldi per entrare, no, loro ti “vendono un kit di ingresso”. Cioè, per entrare nella rete devi sì pagare, ma per acquistare dei prodotti. Se tu non acquisti il kit (cioè non paghi) non hai alcun modo di entrare nella rete. In questo modo le aziende che fanno network marketing aggirano la legge.
Network Marketing: come distinguere tra truffa e opportunità
Chi mi segue da un po’ sa che non amo distinguere nettamente il bianco dal nero. Non esiste nulla di completamente buono e utile o completamente cattivo e dannoso. Il segreto è conoscere e utilizzare ogni strumento con criterio e se il venditore in cima alla piramide ha un “white hat” (“cappello bianco” gergo tecnico per dire che possiede buone intenzioni), potremmo facilmente rimanere nel confine della legalità e costruire una rete funzionale ad accrescere il nostro business.
Per chi si trova dall’altro lato, cioè chi abbocca facilmente alle decine di post social che offrono facili guadagni, cercate di riconoscere se il cappello del vostro interlocutore è bianco o nero: mostratevi informati sull’argomento, chiedete se è previsto un kit di ingresso, il prezzo di tale kit e quanto è ampia la sua rete. Se si mostrerà turbato o infastidito da queste domande approfondite, sicuramente non ha buone intenzioni. Ricordate: solitamente chi ha buone intenzioni sarà lieto di fornirvi i chiarimenti di cui avete bisogno.
Valutate sempre attentamente!