Made in Italy: come venderlo

Made in Italy: venderlo attraverso le emozioni

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Scritto da Fabio Baldi

Spesso dimentichiamo che il Made in Italy è già un Marchio , anzi un simbolo che nessun altro al mondo può vantare di avere.
Molti sono i marchi celebri in tutto il globo che spaziano in tutti i settori dell’economia: Ferrari , Barilla , Damiani , Gucci , Bvlgari solo per citarne alcuni.
Secondo Forbes “Made in Italy” è censito al 7º posto in termini di reputazione tra i consumatori di tutto il mondo.

Cosa significa “Made in Italy”?

Cosa vuol dire Made in Italy? Vuol dire amore e passione, cura dei dettagli, precisione, vuol dire tradizione. Questi valori vengono trascurati dai nostri imprenditori, ma sono valorizzati all’estero come in Cina, la patria dei contraffatti. Mediante operazioni di Marketing, in primis la pubblicità, si cerca di ingannare il consumatore che, mosso dalla sua emotività e distratto dalla frenesia del mondo moderno, acquista ignaro un prodotto che di Italia ha solo il nome o la confezione. A tal proposito, un recentissimo esempio lo rintracciamo nella causa a Lidl circa la vendita di falsa pasta italiana.

“Made in Italy” non è sinonimo di “100% Made in Italy”

In realtà esiste una normativa europea che protegge le produzioni italiane, ma l’informazione al riguardo è praticamente inesistente. L’articolo 16 della legge 166 del 2009 obbliga l’azienda a fornire indicazioni precise sull’origine del prodotto, proprio per evitare dei falsi. Ma perchè è così facile cadere nel tranello del falso Made in Italy nonostante queste regolamentazioni? Semplice: il consumatore non è razionale, si lascia guidare dal packaging, dal brand, dalle emozioni: di conseguenza, raramente controlla l’etichetta e la reale provenienza del prodotto.

Come approcciarsi a questo nuovo “consumatore emotivo”?

“La differenza sostanziale tra emozione e ragione è che l’emozione porta all’azione, la ragione a trarre conclusioni”

Donald Calne

Le imprese che desiderano rimanere competitive sul mercato devono adottare nuove strategie di marketing, consistenti per lo più nella stimolazione dei cinque sensi, con lo scopo di influenzare il consumatore durante l’atto d’acquisto.
Nell’applicare tali strategie le imprese, possono trovare un valido supporto nel neuromarketing.

Le 5 Leve dell’Experiential Marketing

Ecco le 5 leve attraverso le quali possiamo raggiungere il nucleo emotivo del nostro consumatore:

  1. Esperienza sensoriale: sono le esperienze sensoriali. L’importante è coinvolgere e stimolare il consumatore attraverso un approccio multisensoriale.
  2. Esperienza emozionale: fa riferimento al coinvolgimento emozionale, aspetto fondamentale per generare un comportamento d’acquisto.
  3. Esperienza cognitiva: fa riferimento al piano razionale e cognitivo, poco pervasivo nella fase di scelta, ma comunque importante, che può essere stimolato con un packaging gradevole o un claim divertente.
  4. Azione: sono le esperienze che coinvolgono le azioni del consumatore, quelle leve che lo spingono ad agire ed interagire con il prodotto.
  5. Esperienza relazionale: sono le esperienze relazionali che possono spingerlo ad acquistare un prodotto per senso di appartenenza ad un gruppo o per altre dinamiche sociali. Possiamo generare queste dinamiche attraverso l’utilizzo di testimonial o influencer.

Esempio vincente: Italian Stories

Italian Stories è il primo portale di turismo esperienziale in Italia, nato nel 2015 con l’obiettivo di far conoscere il vero Made in Italy. Tramite Italian Stories è possibile vivere un’esperienza a stretto contatto con gli artigiani, visitare il loro laboratorio, o partecipare a workshop dove imparare a creare un oggetto con le proprie mani.

Italian Stories esempio di Made in Italy Esperenziale
Fonte: https://www.ninjamarketing.it/2014/12/12/viaggia-e-incontra-i-migliori-artigiani-grazie-ad-italian-stories/

Italian Stories offre esperienze in tutta Italia. Sul sito si trovano le esperienze divise per regione o per tema, si effettua la prenotazione e il pagamento direttamente online tramite il sito. Un esempio chiaro di come sia possibile non solo vendere in modo coinvolgente i nostri prodotti, ma educare il consumatore al vero Made in Italy.