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Google annuncia la “supremazia quantistica”: cosa accadrà?

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Venerdì 20 settembre è accaduto qualcosa di strano: sul blog ufficiale di Google è apparso un articolo che potrebbe cambiare il nostro modo di approcciarci alla risoluzione dei problemi. Il computer quantistico è finalmente arrivato.

La notizia

L’articolo dichiarava una scoperta senza precedenti: pare che i ricercatori di Mountain View abbiano sviluppato un processore in grado di risolvere in 3 minuti un calcolo che la macchina più potente al mondo, il Summit di IBM, riuscirebbe a risolvere in non meno di 10000 anni. Sottolineo “dichiarava”, perchè il gigante californiano ha provveduto a rimuovere l’articolo poche ore dopo la sua pubblicazione, ma non abbastanza velocemente da impedire la diffusione della notizia. Google, in questo modo, aggiunge alla sua lista l’ennesimo primato, ma stavolta stiamo parlando di qualcosa di incredibile, da film di fantascienza.

Supremazia… che?

La “supremazia quantistica” di cui stiamo parlando si riferisce alla capacità di un processore di elaborare in poco tempo problemi irrisolvibili, o meglio, risolvibili in tempi lunghissimi. Google non ha ancora smentito la notizia riportata dal Financial Times, l’unico giornale che è riuscito nell’impresa di diffondere la notizia prima della rimozione del documento dal blog del motore di ricerca più famoso nel mondo occidentale. Ma facciamo un passo indietro: che cos’è un computer quantistico e perchè è così incredibile?

Computer quantistico: di cosa si tratta?

Chi ha visto il film “Guida Galattica per Autostoppisti” ricorderà “Pensiero Profondo”, il supercomputer a cui era stata posta la fatidica domanda “sulla Vita, sull’Universo e Tutto quanto”. Pensiero Profondo per rispondere se la prende comoda: dopo un breve periodo (si fa per dire) durato 7 milioni e mezzo di anni, delude l’umanità fornendo una risposta tutt’altro che esaustiva:

Pensiero Profondo
Pensiero Profondo dichiara la sua risposta al senso della vita – Guida Galattica per Autostoppisti (2005)

«”Quarantadue!” urlò Loonquawl. “Questo è tutto ciò che sai dire dopo un lavoro di sette milioni e mezzo di anni?”
“Ho controllato molto approfonditamente,” disse il computer, “e questa è sicuramente la risposta. Ad essere sinceri, penso che il problema sia che voi non abbiate mai saputo veramente qual è la domanda.”»

“Guida Galattica per Autostoppisti” – 2005

Ecco, per farla breve, diciamo che il computer quantistico sviluppato da Google potrebbe rispondere a questa domanda in tempi più ristretti. Ma come funziona questa macchina da fantascienza?

Un computer quantistico utilizza le leggi della meccanica quantistica per svolgere calcoli e risolvere problemi. Mentre un classico computer lavora con il bit e la logica binaria (composta da successioni di 0 e 1), il computer quantistico lavora con il qubit, un’unità fondamentale che, grazie alla sovrapposizione di strati quantistici, consente di elaborare “0” e “1” contemporaneamente. Questo significa che per analizzare un qualsiasi dato, file, calcolo o problema, mentre un normale computer deve analizzare ciascun elemento alla volta per poter giungere ad una conclusione, un computer quantistico riuscirebbe ad analizzare più elementi contemporaneamente, riducendo incredibilmente i tempi di risoluzione. Questo accade proprio perchè lavora su diversi livelli nello stesso momento.

Summit IBM
Summit, l’attuale computer più potente al mondo.

Quali potrebbero essere le ricadute di questa scoperta?

Inutile dire che le ricadute potrebbero essere incredibili. Dall’ottimizzazione della crittografia per banche dati e aziende finanziarie, alla nascita di potenziamenti oltre ogni immaginazione nell’ambito del machine learning (apprendimento automatico). In particolare, la ricerca in settori come l’Opinion Mining e tutto ciò che riguarda l’analisi dei Big Data potrebbe fare passi da gigante in pochissimo tempo. Il nostro modo di svolgere analisi del target, dei mercati e di tutto ciò che ci circonda potrebbe subire una svolta epocale. Siamo di fronte ad una scoperta che cambierà la storia? Riusciremo ad ottenere una risposta sul senso della vita che non sia un insensato “42”? O scopriremo finalmente da dove veniamo e dove stiamo andando come accade nel distopico romanzo di Dan Brown, “Origin”? Non ci resta che aspettare notizie ufficiali, nel frattempo diamo libero sfogo alla fantasia.